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L’Iraq ormai dal 20 marzo 2003 è funestata da una guerra assurda che lo sta distruggendo; spesso ai telegiornali si parla di guerra santa, guerra in nome di Dio o meglio di Allah contro gli invasori stranieri, i non mussulmani che li hanno attaccati.

Questo tipo di guerra in Iraq la ritroviamo già nei tempi antichi con l’impero Assiro.

Il desiderio dei sovrani assiri era quello di far coincidere il loro impero con il mondo allora conosciuto ed estendere il loro dominio sulle “quattro parti del mondo”.

Per realizzare ciò era necessario intraprendere delle guerre per sottomettere gli altri popoli e per far conoscere la grandezza e la supremazia dell’Assiria.

Intorno al 1840-50 sono stati scoperti i rilievi dei grandi palazzi reali di Nimrud, Khorsabad e di Ninive, riguardanti appunto, battaglie, cacce, costruzione di palazzi, deportazione dei prigionieri, banchetti.

Essi sono stati subito esposti al museo del Louvre di Parigi e al British Museum di Londra creando grande meraviglia nel pubblico.

Questi rilievi rappresentano la grandezza del potere assiro.

Alcuni delle battaglie rappresentate le troviamo narrate anche nella Bibbia.

Questi ortostati, per lungo tempo, sono stati considerati fuori dal loro contesto storico, isolati dal loro ambiente e dal loro tempo.

Nel 1970 circa si è iniziato a studiare l’aspetto propagandistico di questi rilievi che i sovrani assiri intendevano dargli, si è iniziato a collocarli giustamente nel loro ambiente e a metterli in relazione con le vicende storiche che riguardavano il dominio degli Assiri sul mondo allora conosciuto.

Oltre ai rilievi che ci danno notizia della forza guerriera assira e della grandezza del loro impero, molto importanti sono anche i testi che fanno parte dell’Archivio di Stato dell’Assiria che ci forniscono numerose notizie di vario genere.

I sovrani assiri avevano un rapporto molto stretto con gli dei soprattutto con il dio nazionale Aššur.

Ogni guerra che essi intrapresero era fatta perché erano gli dei che glielo ordinavano; la guerra per gli Assiri era un evento sacro.

Questa aspetto sacro può essere subito individuato a partire dai trattatti che loro stipulavano con gli alleati; questi adê erano prima di tutto giurati davanti agli dei, e già questo gli conferiva una certa sacralità che era rafforzata dal fatto che essi contenevano anche le maledizioni che gli dei erano pronti a scagliare sull’alleato peccatore che aveva infranto il trattato.

La prima volta che compare il termine “adê” è nel trattato tra Ašur-nirari V e il sovrano di Arpad, Mati’-Ilu, significa “patti”.

E’ un termine semitico occidentale e, in particolare, aramaico.

Dello stesso Mati’-Ilu ci è pervenuto anche il patto in aramaico con Bar-Ga’ayah (stele di Sefire).

E’ evidente che il termine e forse la struttura stessa del patto-adê è introdotto in Assiria da ambiente aramaico.

Questo trattato è un patto di subordinazione che prevede fedeltà e impegno ausiliario militare: non si menziona la fornitura di un tributo, le clausole sono unidirezionali, come le maledizioni.

Il trattato è definito “Patti (adê) di Ashur-nirari re d’Assiria con Mati’-Ilu”; i patti sono giurati (tamû), e la loro inosservanza è definita come un “peccare” (gatû):
conseguenza inevitabile dell’azione del nemico traditore era la guerra che serviva a ristabilire l’ordine primigenio istituito fin dagli inizi dagli dei.

Il re nemico spesso nelle iscrizioni reali assire viene definito “ la tabtanu” “ malfattore”, “ bel hiti” “ criminale”,  “ bel arni” “ peccatore”, “ ša ana šipsi u dananu itakkalu” “ colui che ha fiducia nella violenza e nella forza”, “ libbašu kasir nerti” “nel suo cuore egli traccia l’assassinio”.

Il nemico è prima di tutto definito “nakru”, e questo termine, con cui viene identificato, è contrapposto ad un altro “ šarru”, che sta ad indicare il re assiro.

Il sostegno divino in una battaglia era fondamentale perché senza di esso non si poteva essere vittoriosi, l’appoggio divino rendeva l’esercito assiro superiore a quello nemico.

Naturalmente prima d’intraprendere una battaglia il sovrano assiro doveva assicurarsi del favore divino e lo faceva in vari modi: osservando le stelle, le eclissi, le meteore.

Il re infatti riceveva molti rapporti astrologici; attraverso l’osservazione delle viscere degli ovini sacrificati e la richiesta dei responsi al dio Šamaš; attraverso esternazioni profetiche che erano tipiche della dea Ištar di Arbela.

Uno dei primi accertamenti divini che il re riceveva dalla divinità e che lo rassicurava era la tipica frase:

“ Non temere……dovunque tu andrai, io sarò con te”, o “ Io andrò davanti a te e dietro te”, o “al tuo fianco”.

Oppure quando i sovrani, da Esarhaddon in poi, non amavano andare personalmente in battaglia e delegavano i loro generali, la divinità li rassicurava così:
“ Resta pure qui, mangia, bevi, fa musica in mio onore, mentre io andrò ed eseguirò il lavoro e ti farò realizzare il desiderio del tuo cuore.”

Non si poteva intraprendere una guerra senza l’assenso divino altrimenti si rischiava di fare la fine del grande sovrano di Akkad, Naram-Sin (2254-2218 a.C.) che non si preoccupò dei presagi sfavorevoli andando incontro a molte sconfitte.

Il nemico era sempre visto come colui che era abbandonato dagli dei perché aveva violato l’ordine da essi stabilito.

Gli dei erano sempre dalla parte dell’esercito assiro che era nel giusto e li rispettava, per questo l’avversario era destinato ad essere sconfitto.

Egli faceva affidamento solo sulle sue forze e non sul sostegno divino.

Giudici di queste battaglie erano sempre gli dei, infatti la guerra assumeva un carattere ordalico, al termine della quale risultava vincitore chi aveva ragione e per questo aveva goduto dell’appoggio divino.

Una volta devastato il paese avversario i sovrani assiri alcune volte deportavano nella propria capitale i simulacri divini appartenenti al nemico, ma ci sono casi, come per Sargon II e Sennacherib, in cui templi di divinità vennero devastati e distrutti.

Si viene a conoscenza di ciò attraverso i rilievi trovati nei palazzi reali.

Sempre attraverso i rilievi si viene a conoscenza di come gli Assiri trattavano i loro prigionieri.

I sovrani che rifiutavano di sottomettersi al dominio assiro venivano puniti con la morte dopo essere stati sottoposti ad atroci torture.

Le torture inflitte ai nemici ribelli possono ben essere ammirate nella Sala del Trono 8 del corpo aggettante nord-ovest del palazzo di Sargon II a Dur Šarrukin.

La prima immagine che ci si presenta è quella di Yaubidi di Hamat che viene scorticato vivo davanti al re durante la campagna in occidente del 720 a.C..

La seconda ci presenta invece i re di Kišešim, di Kharkhar e di Karalla che vengono accecati da Sargon II durante la sua campagna del 716 a.C. nelle montagne degli Zagros.

Nella terza è rappresentato il supplizio inflitto a Bagdatti di Wishdish, che ha luogo sempre nella stessa campagna.

Da questi tre rilievi si può desumere che il supplizio inflitto ai nemici ribelli consiste prima di tutto l’incatenamento, poi l’acceccamento ad opera della stesso sovrano armato di una lancia e, in ultimo, lo scorticamento del principe rivoltoso che viene effettuato sotto lo sguardo impassibile del sovrano.

Un’altra punizione che viene inflitta ai nemici ribelli è il taglio della testa e, un esempio eclatante è rappresentato dal re elamita Teumman, che fatto prigioniero durante la battaglia di Til Tuba sul fiume Ulai, viene decapitato e la sua testa viene appesa da Assurbanipal alle porte della capitale, forse Arbela visto che egli si reca in questa città per ringraziare la dea Šatru, forma locale della dea assira Ištar, del trionfo concessogli.

Quelli, invece, che accettavano la supremazia assira venivano deportati insieme con la loro famiglia, l’elite e gli operai specializzati nelle varie città assire.

Solo alcuni di essi erano ridotti in schiavitù.

Bibliografia:

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I trattati nel mondo antico: forma ideologia funzione, Roma 1990 Fales 2001 Fales, F.M., L’Impero Assiro, Roma-Bari 2001 Matthiae 1996 Matthiae, P.,

L’arte degli Assiri, Roma-Bari 1996 Matthiae 1996b Matthiae, P., la storia dell’arte dell’Oriente Antico.

I grandi imperi (1000-300 a.C.), Milano 1996 Oded 1992 Oded, B., War, Peace, and Empire.
Justification for War in Assyrian Royal Inscriptions, Wiesbaden 1992

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:.. AUTORE: Francesca Romana De Honestis

:.. FOTO: ALEX IL VIAGGIATORE